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Lavoro domestico: INPS a fianco di chi sostiene la revisione fiscale, in aiuto alle famiglie

Ott 18, 2022 | Inclusione, news

I numeri forniti da INPS parlano chiaro: in Italia colf e badanti con contratto regolare sono 961.358. Si stimano altrettanti lavoratori irregolari. L’85% degli addetti sono donne, ma invecchiano anche loro (oltre il 50% ha più di 50 anni). E il numero delle badanti (47%) ha quasi raggiunto quello delle colf (53%). Invecchiano i lavoratori domestici ma ancor più la popolazione italiana, originando il fenomeno del cosiddetto “Inverno demografico”. Termine coniato da alcuni sociologi per descrivere l’aumento medio dell’età della popolazione. E proprio con il titolo: “Inverno demografico e lavoro domestico. Le politiche per la famiglia in Italia: da costo a investimento con una nuova fiscalità” si è svolto a Torino un convegno promosso da Nuova Collaborazione (associazione datori di lavoro del settore) in partnership con il Centro Einaudi.

Al centro dell’evento, a cui ha partecipato anche tra gli altri esperti Giulio Mattioni (Coordinamento statistico attuariale della Direzione generale INPS), la presentazione del nascente Osservatorio sul lavoro domestico. Un progetto che nasce per la ricerca di nuovi modelli di politiche fiscali relativi al comparto. L’Osservatorio vuole rappresentare un utile contributo, a livello politico e istituzionale, per definire nuovi modelli di sviluppo del settore.

Nel convegno è stata formulata la previsione futura per l’Italia di una totale assenza della forza lavoro necessaria per carenza di nuova natalità. Il nostro Paese, inoltre, si attesta al 32esimo posto per inclusività del lavoro. Dove tra l’altro si evidenzia la presenza di lavoro irregolare e ci si astiene dal lavoro stesso per carenze di home-caring, cioè di assistenza domiciliare. La spesa per gli “assistenti familiari” (come sono definiti nell’ultimo contratto nazionale del 2020), specie se qualificati, è onerosa. La congiuntura non aiuta.

Oggi si possono dedurre solo le spese per i contributi INPS (al massimo 1549,37 euro l’anno) e detrarre un po’ di più per i non autosufficienti, se con reddito inferiore ai 40mila euro. Cosicché – spesso – le situazioni si ritorcono contro le donne, costrette ad andare in pensione prima o a trascurare attività o impieghi professionali per trasformarsi in caregiver, familiare che si occupa informalmente delle cure quotidiane di anziani, bambini, malati e inabili.

L’auspicio di Alfredo Savia, Presidente nazionale di Nuova Collaborazione è quello di attuare: “l’introduzione di sostegni alle donne che assumono personale domestico e provvedimenti di welfare nei confronti dei bambini e del tema della natalità in generale. Speriamo anche – prosegue Savia – che, le risorse del Pnrr, vengano destinate in modo strutturato e razionale alle famiglie – comprendendo quindi anche la categoria dei datori di lavoro domestico, al fine di rivedere in modo strategico e lungimirante le tematiche del welfare in Italia”.

INPS da tempo dedica particolare attenzione al mondo del lavoro domestico considerato dai punti di vista dei lavoratori e dei datori di lavoro. Un’area del sito istituzionale informa sulle novità e gli approfondimenti del settore.

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