Dispersione scolastica: la collaborazione tra le istituzioni riporta in classe 122 bambini
L’evasione scolastica in Italia è purtroppo ancora oggi un fenomeno diffuso; soprattutto nelle aree più svantaggiate del Paese e presso le fasce sociali meno abbienti. In una situazione nazionale definibile a “macchia di leopardo” i soggetti istituzionali a livello locale possono avere una visione e una capacità di azione importanti sul territorio.
In Italia la frequenza scolastica, per i bambini dai 6 ai 16 anni, è gratuita ed è un obbligo di legge la cui infrazione è materia da Codice penale. All’obbligo scolastico si aggiunge poi l’obbligo di frequentare attività formative fino all’età di 18 anni, o proseguendo gli studi o tramite la formazione professionale o un percorso di apprendistato (obbligo formativo) A Reggio Calabria è stato firmato quasi un anno fa, il 27 luglio 2021, un protocollo istituzionale di collaborazione tra la Procura per i Minorenni, il Comune, la Direzione provinciale INPS e tre istituti comprensivi del capoluogo.
Proprio nei giorni scorsi, l’applicazione di tale accordo ha consentito a 122 bimbi di sei anni di veder riconosciuto il loro diritto all’istruzione e di essere così correttamente inseriti nei percorsi scolastici. Nel caso specifico, attraverso l’Ufficio anagrafe, sono stati incrociati i dati di quei bambini nati tra il 2015 e il 2016 che avevano raggiunto l’età scolare con quanti erano stati oggetto di preiscrizione scolastica. Le famiglie inadempienti sono risultate quasi sempre in carico al sistema attraverso il reddito di cittadinanza e altri sostegni. Prospettare la sospensione di tali misure – insieme però anche ai vantaggi dell’istruzione, dei risvolti di socialità e di integrazione dei piccoli – è risultato efficace per evitare una possibile evasione scolastica. Un risultato utile ottenuto attraverso quindi un’azione a carattere preventivo e non sanzionatorio. È da notare che in questa situazione particolare non si è trattato solo di famiglie straniere o Rom ma anche di famiglie reggine. E non solo della periferia ma anche del centro città.
Il ruolo fondamentale dell’assessorato al Welfare del Comune e degli assistenti sociali nell’agire con discrezione, anche per evitare ai piccoli il trauma da inserimento scolastico, è parte di un più ampio progetto di prevenzione già in atto. Un analogo protocollo è stato firmato, attraverso vari accordi nei primi mesi di quest’anno, a Catania; segno di un modello di azione sociale costruttiva che può essere validamente replicato in varie realtà.
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