Pastore 4.0: nuove competenze tecnologiche ed esoneri contributivi per rivitalizzare un mestiere antico
L’immagine tradizionale del pastore che conduce gli animali al pascolo, immortalata nei millenni in numerose opere d’arte quindi nella cultura popolare, è salva. La notizia interessante è data da una visione estremamente moderna di questo antico mestiere, fatta di tecnologie e misure sociali di sostegno.
Nella recente XII Convention Europea della Montagna, organizzata a Camigliatello Silano in Calabria da Euromontana con Cia-Agricoltori Italiani, sono state presentate importanti novità. Si tratta del progetto “Pastore 4.0” voluto da Cia e realizzato con Regione Calabria e INPS, che si rivolge ai giovani per colmare lacune formative del nostro Paese. Salvo sporadiche iniziative locali, non esiste in Italia una “scuola” per imparare questa fondamentale attività, oggi carente sul fronte del ricambio generazionale. Eppure nella penisola contiamo circa 60mila allevamenti ovini dove si pratica la transumanza; attività che nel 2019 l’Unesco ha inserito nel Patrimonio culturale immateriale dell’umanità.
Il progetto “Pastore 4.0” intende far nascere nuove figure professionali con un corso teorico e pratico di due anni replicabile su tutto il territorio nazionale. Le tecniche di utilizzo del GPS e dei droni, per controllare le greggi al pascolo, si abbinano, ad esempio, all’installazione di pannelli fotovoltaici sulle stalle, per ridurre le bollette energetiche. Una nuova cultura di questo mestiere che prevede ricadute positive sulla difesa del territorio, sull’occupazione giovanile, sul ripopolamento dei piccoli comuni e anche sull’enogastronomia e il turismo. “La montagna non è esattamente un fattore di attrazione massivo, così come le attività tradizionali legate, in primis agricoltura e pastorizia, considerate spesso molto faticose e poco remunerative”, ha dichiarato nell’occasione il Presidente INPS Pasquale Tridico. “Il progetto del ‘Pastore 4.0’ vuole invertire la marcia e, grazie alle nuove tecnologie, mantenere o riportare i giovani nelle aree montane. In questo modo la professione del pastore può diventare più attrattiva e redditizia, grazie all’innovazione. È una figura che va assolutamente tutelata” ha concluso Tridico “pensando anche a esoneri contributivi, così da diventare un vero e proprio driver di nuova occupazione”.
Insomma, le meravigliose poesie di D’Annunzio, Leopardi e Pascoli possono continuare a ritrarre atmosfere ancora molto vive, che potrebbero ispirare anche una rinnovata produzione artistica.
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