Unioni civili: un passo avanti importante verso l’uguaglianza dei diritti con quelli del matrimonio
Nel 2016, in Italia è entrata in vigore la legge n. 76/2016, nota come “legge Cirinnà” dal nome della prima firmataria, che ha introdotto l’istituto giuridico dell’unione civile tra due persone dello stesso sesso. L’INPS, nel silenzio di tale legge, con la Circolare 36/2022 del 7 marzo ritiene che nell’unione civile si realizzi lo stesso rapporto di affinità che si crea con il matrimonio. Ossia quel rapporto esistente tra un coniuge e i parenti dell’altro coniuge, come previsto dall’art. 78 del Codice civile.
Tale uguaglianza viene realizzata con il parere favorevole del Ministero del Lavoro per prevenire “una possibile discriminazione per orientamento sessuale”. In questo modo l’INPS estende il diritto degli uniti civilmente a usufruire sia dei permessi mensili di tre giorni per assistere i familiari disabili, legge n. 104/1992, sia del congedo straordinario disabili, d.lgs. n. 151/2001, previsto per un periodo totale di massimo due anni nell’intero arco della vita lavorativa.
In particolare, la Circolare 36/2022 recita testualmente: “[…] L’orientamento seguito finora, seppure attuativo di una norma nazionale, sarebbe in contrasto con il consolidato orientamento giurisprudenziale dell’Unione europea che, al fine di rendere effettivo negli stati membri il principio di parità di trattamento, vieta la discriminazione basate sull’orientamento sessuale, in particolare per quanto concerne l’occupazione, condizioni di lavoro e retribuzione (direttiva 2000/78/Ce attuata con il d.lgs. n. 216/2003) […]”.
Di fatto, quindi, l’INPS dà rilevanza al legame sociale, sentimentale ed emotivo che può crearsi tra gli uniti civilmente con i parenti del proprio partner. Il legame viene considerato nella sfera dell’affinità ed è giuridicamente riconosciuto e tutelato fin dal livello codicistico.
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